Ridisegnare il Design d’Autore

Authorial Restyling of Past Objects

Ridisegnare il Design d’Autore

Ridisegnare il Design: La Creatività del Restyling Autorale

Le cover nella musica vs. design

In questo articolo esploreremo un argomento che, a mio parere, è fondamentale per capire la raffinatezza progettuale di alcuni designer: i restyling d’autore di oggetti del passato. A volte, questo tipo di pratica può essere paragonata alle cover musicali, in cui la nuova versione diventa più famosa dell’originale. Si pensi ad esempio ad All Along the Watchtower di Jimy Hendrix o Halleluja di Jeff Buckley.

Invece, nel mondo del design, questa pratica è poco diffusa o non dichiarata. Non vi è nulla di male nel fare la propria versione di un prodotto passato, anzi, lo considero un ottimo esercizio di creatività. Tuttavia, è importante accreditare il designer proprietario dell’originale.

Questo tema è interessante perché crea un naturale paragone tecnologico e stilistico col passato, che fa leggere ancora meglio sia l’oggetto che la qualità del processo del designer.

In passati articoli, ho già parlato dell’importanza dell’ispirazione dal passato come chiave fondamentale per sbloccare la creatività e creare la comprensione stessa del progetto. Lì ho parlato solo di riferimenti progettuali, come la sedia Ghost di Philippe Starck. Oggi parliamo proprio di riedizioni.

Riedizione del Design: Necessità di Autorità e Qualità.

Un tema che va affrontato con autorità. Infatti, mettere mano a un oggetto del passato, soprattutto se firmato da un noto designer, crea automaticamente un confronto che non è proprio semplice da reggere. Per affrontare un’operazione del genere, credo sia necessario dimostrare già in passato di avere delle qualità e di essere in grado di reggere il confronto. Infatti, la cosa più comune che accade in questi casi è che il progetto sia di studio e che rimanga un concept. Tuttavia, alcuni designer hanno proprio fatto entrare in produzione l’oggetto.

In generale, se l’oggetto rimane un concept può anche permettersi di non essere un gran chè, tanto rimarrà su carta e non può far danno. Nel momento in cui va in produzione invece c’è il rischio del danno. Un esempio di un’operazione di questo tipo, ma ben riuscita, è la collezione Traffic di Magis, progettata da Kostantin Grcic.

Quando è uscita questa collezione, ricordo che c’è stato subito un confronto con il noto divano di Le Corbusier, ma era il 2013 e non so se il confronto è stato dichiarato o se ho fatto l’associazione io stesso. Ma il riferimento è esplicito e con la dovuta cura. La disposizione dei cuscini è molto simile e invece del tubo è stata utilizzato il tondino. L’oggetto è evidentemente più fresco e contestualizzato al momento della sua uscita, e, ad essere onesti, non credo nemmeno che siano oggetti che competono tra loro. Anche se il design proviene dalla stessa matrice, il risultato è molto diverso, soprattutto per la sensazione che dà in un progetto di interior design.

Un altro riferimento noto è il design di Apple durante l’era Jonathan Ive, che spesso si riferisce ai prodotti Braun del periodo di Dieter Rams.

Questi designer stanno copiando?

Non credo, la creatività è la capacità di associare, ed è normale prendere riferimenti diversi e metterli insieme. Penso che le abilità di esecuzione contano di più perché avere un’idea è facile, ma portarla a compimento non è per tutti.

C’è anche un design che prende ispirazione dal passato, ma in un altro modo. Dai un’occhiata al post sulla Positive Nostalgia.