
29 Nov Piccoli eventi, grandi opportunità
VI SPIEGO CHE SENSO HA NEL 2019 FARE OGGETTI TECH ARTIGIANALI
SOULTECH – MAKING OF
Maggio 2019, sono a Chengdu, Cina, e Angelo Bucci (eccezionale architetto) mi manda un messaggio in cui mi invita a partecipare come designer alla mostra organizzata dall’Ente Mostra Artigianato Artistico Abruzzese che con gli anni è diventato un rifermimento per scoprire ed approfondire la produzione artigianale del territorio. Molto bella perchè ospita solo eccellenze territoriali e, nonostante si tenda a sottovalutare da fuori questi eventi, non ci si rende conto che la grandiosità del nostro Paese tutto dipende per buona parte dalle qualità di questi uomini e queste donne che, consapevolmente o meno, fanno ricerca di eccellenza. Il fatto poi che dal Tronto in su ne abbiano fatto un sistema e molti di loro si siano trasformati in industria di eccellenza è un altro discorso.
Rimane il fatto che ho colto con molto entusiasmo l’invito a partecipare come designer alla sezione Design Loci, l’angolo espositivo coordinato da Angelo, perché mi sento parte di un processo di valorizzazione del territorio.
Tornato in Italia mi sono messo all’opera per capire cosa fare.
Non facendo autoproduzione, per ora, avrei dovuto logicamente fare qualcosa per mostrare i muscoli. Potevo esibire tavoli e sedie e fare la mia figura come studio portando a casa il risultato.
Mi sembrava però limitativo.
Ero in mezzo agli artigiani e credevo riduttivo portare un mobile di design, volevo creare un collegamento più sincero con l’ambito trattato e in qualche modo lanciare un messaggio con i mezzi e la sensibilità del progettista.
Mentre cercavo di capire cosa fare, ho iniziato a riflettere, forse banalmente, sull’uso della lampadina nel mondo dell’artigianato.
Fare una lampada è ormai una cosa assodata e piuttosto semplice. Un ceramista, un falegname, un fabbro (etc etc) possono affrontare tranquillamente la realizzazione di un corpo luminoso partendo da un portalampada comune e creando un paralume.
Se pensiamo però in maniera più analitica, la lampadina è una tecnologia, un tempo molto avanzata, che è ormai nelle mani di tutti e perfettamente gestibile. Il mondo va avanti e, come è successo per la lampadina, ci sono molti altri supporti tecnologici che soddisfano esigenze più legate alla contemporaneità, facili da reperire e da installare.
Allora mi son detto che, come puoi gestire un portalampada, puoi gestire anche uno speaker o un sensore bluetooth, creandogli un involucro per fare una cassa audio.
Ovviamente ve la sto raccontando come una cosa semplice, in realtà ha sempre i suoi processi e le sue complicanze ma, come dicono gli inglesi, “it’s not rocket science”.
Da lì cercare altri accessori reperibili non è stato difficile e ho aggiunto alla collezione un caricatore per smartphone a induzione e una penna per gli schermi touch screen.
Il ruolo dell’artigiano è poi quello di fare, per l’appunto, l’involucro e anche quello va valorizzato.
Per realizzare i miei disegni sono andato dal miglior artigiano che conosco: Daniele Paoletti, fabbro che definisco il chirurgo delle saldature, anche bravissimo nel creare finiture sul metallo con le acidature. E sono proprio quelle acidature a rendere i prodotti presentati sempre diversi e realmente artigianali, nonostante ospitino tecnologie moderne all’interno.
Lo speaker, in metallo e vetro, è acidato a spruzzo, uno con finitura scura e l’altro sull’arancio in stile corten. Il tessuto che copre la cassa è invece colorato a mano da mia sorella Beatrice, stilista e costumista teatrale. Di tessuti sicuramente ne sa più di me.
Il charger wireless è invece in legno frassino e mogano sapelli, tornito con amore da Oswaldo Filipponi, uno dei miei prototipatori di fiducia, da cui di solito vado a fare le sedie.
Le finiture superficiali questa volta sono sì acidate, ma con dei supporti, quali pennelli e spugna che garantiscono un prodotto totalmente alla mercè dell’ispirazione di chi applica le acidature, come se fosse la tela di un pittore.
La penna touch screen è stato invece il prodotto che più ci è venuto naturale fare, semplice da realizzare, che consiste in un tondino esagonale tornito, come se fosse una matita, ed immerso nelle acidature.
Ha 3 sfumature diverse, più tempo una superficie è esposta all’acido, più diventa scura.
Alla fine il risultato è degli oggetti tecnologici, artigianali ed estemporanei allo stesso tempo.
