I designer quando erano designer

Good times when designers were just designers.

I designer quando erano designer

I bei tempi quando i designer erano semplicemente designer.

Svegliarsi la mattina, trovare ispirazione, incontrare persone e fare prototipi. Semplice e divertente.

No, non è così. Non riguarda solo gli industrial designer, ma ogni ruolo nella società che includa la parola “design” soffre di questo destino: avere solo il 25% del tempo disponibile per fare quello per cui si vien pagati, il designer.

Scrivo questo post di venerdì, e non è un caso, perché è il mio “design day”. Proprio così, il resto della settimana è talmente pieno che mi trovo costretto ad appuntare idee solo tra un viaggio e l’altro su treni e aerei.

Il design è semplice. Scrivi solo 100 email al giorno, fai 6 o 7 riunioni e poi inizi a progettare alle 16.45. (un tweet di Tad Carpenter).

Quello che ho capito con i miei 10 anni di attività è che il design mi occupa non più del 30% del tempo.

Essere un industrial designer richiede molte abilità: disegnare, fare modellazione 3d, renderizzare, prototipare, disegni tecnici, ingegnerizzazione, grafica, presentazioni… e poi finanze, promozione, social media, vendite, relazioni col cliente, riunioni, gestione del personale, ricerca di talenti, brand personale, partecipazione agli eventi, e potrei continuare ancora per un bel po’.

Ricordo di aver sentito Fabio Novembre (non bene dove e quando, forse alla V&A di Londra nel 2011) dire che fare progetti era solo una piccolissima parte del suo lavoro perché era sempre impegnato a far altro per portare avanti l’attività. Mi ero appena laureato e mi sembrava un discorso sensato, ma per una persona così nota nel suo campo, non per tutti.

Mi sbagliavo e poco dopo aver iniziato a lavorare da solo mi son reso conto di cosa parlasse.

All’inizio la routine era sotto controllo. Lavoravo per aziende, studi di design e facevo un po’ di freelance, quindi progettavo e basta. 

Quando però sono diventato “Mario Alessiani Design” ed ho iniziato a promuovermi, le cose son cambiate, e non poco. Il telefono squilla, la casella è piena di mail e il mio tempo si è ridotto senza nemmeno accorgermene. Facevo addirittura il mio PR, un lavoro titanico, ma non avevo soldi per un’agenzia.

Alla dine della fiera lavoravo 12 ore al giorno e tutti i giorni.

Il lavoro mi esaltava, ma c’era qiualcosa che non andava.

Prendete in considerazione comunque che non avevo mentori. Vivendo in una piccola città nel centro dell’Italia e ho iniziato a lavorare da solo molto presto, non avevo nessuno da cui prendere ispirazione su come lavorare. Facevo tutto da solo. Quindi tutto quello che ho imparato è la consequenza di tentativi e fallimenti.

Detto ciò, l’unica cosa per superare quest’ostacolo è capire e gestire la cosa cambiando metodo e dandosi delle regole. È tutto allenamento, come un atleta. Le cose si imparano solo facendo.

Il vero problema è che noi designer non abbiamo la preparazione per affrontare questo genere di routine.

Negli anni ho incontrato molti colleghi talentuosi che hanno mollato per un lavoro 9/17 da qualche parte perché non erano in grado di resistere alla pressione della vita da freelance. Non perché non erano bravi nel loro mestiere, ma perché l’idea di gestirsi faceva paura-

Ho studiato, ascoltato e messo in pratica finché le cose non hanno iniziato a quadrare. Non è ancora una metodologia perfetta, ma riguardando a 10 anni fa vi assicuro che son stati fatti grandi progressi.

Se potessi parlare al me stesso di 10 anni fa, avrei qualche consiglio:

  • prepara un calendario della tua attività (cura anno, mese, settimana e giorno);
  • assicurati di condividere il workflow con l’eventuale cliente così che possa capire quanto effort c’è in quello che fai;
  • condividi con la tua community, online e offline, tutto il WIP che fai;
  • lavora intelligente, usa degli strumenti che velocizzano il tuo lavoro. A nessuno importa se hai generato un’immagine con Canva o Photohop, conta il risultato;
  • non è mai urgente, non sei un chirurgo cardiologo.

Per altri articoli sul lavoro del designer guarda “The mistake most companies do” o semplicemente naviga nella Journal page.